Quando la carità diventa incontro: OSJ – Cavalieri di Malta porta panettoni nelle case di cura del Lazio
OSJ – Cavalieri di Malta ha visitato le strutture assistenziali del Lazio, portando doni natalizi e vicinanza umana ad anziani e pazienti.
Non una semplice consegna di doni, ma un incontro autentico, fatto di ascolto, memoria e umanità condivisa. È questo il senso dell’iniziativa solidale promossa dal Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme – Cavalieri di Malta, che nella giornata odierna ha fatto visita ad alcune strutture assistenziali del Lazio.
A guidare l’attività è stato il Priore del Lazio, Cav. Fabrizio Saliola, affiancato dai Cavalieri Cav. Mauro De Lellis e Cav. Lucio Cocchis. Hanno preso parte all’iniziativa anche il Cav. G.U. Gran Elemosiniere del Priorato d’Italia, Angelo Vincenzo Santoro, e il Cav. Simone Almadori del Priorato di San Valentino, la cui presenza ha rafforzato il valore simbolico e operativo dell’azione.
I Cavalieri hanno raggiunto Villa Elisara e Villa Annamaria, dove sono stati accolti dagli anziani ospiti delle strutture. La consegna di panettoni e torroni si è trasformata in un momento di intensa condivisione: racconti di vita, ricordi custoditi nel tempo, sorrisi carichi di dignità. Attimi semplici ma profondi, in cui il dono materiale ha lasciato spazio alla relazione umana e alla vicinanza autentica.
Un’ulteriore consegna di panettoni e torroni è stata effettuata anche presso la nuova Clinica Annunziatella, ampliando il raggio dell’intervento caritativo e confermando l’attenzione dell’Ordine verso le realtà sanitarie e assistenziali del territorio.
Determinante per la realizzazione dell’iniziativa è stato il contributo di Sua Altezza Reale il Principe Thorbjorn Paternò Castello di Carcaci e del Ministro dell’Economia e delle Finanze dell’Ordine Don Christian Costa di Rocca, che hanno voluto destinare al Priorato parte della raccolta di beneficenza realizzata durante la Serata di Gala del 6 dicembre.
Un gesto discreto, lontano dai riflettori, ma carico di significato. Perché, come dimostra questa giornata, la carità più autentica non si annuncia: si pratica, in silenzio, restando accanto a chi rischia di essere dimenticato.
