Il culto di San Giovanni Battista si diffuse prestissimo in tutta la Cristianità; molte città ne presero il nome e numerose chiese sono state intitolate al Santo.
Secondo la tradizione della Chiesa cattolica, il capo del Santo è ora conservato nella chiesa di San Silvestro in Capite a Roma. La reliquia, pervenuta a Roma durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143), fino al 1411 veniva portata ogni anno in processione da quattro arcivescovi. Il cranio custodito a Roma è senza la mandibola, conservata nella cattedrale di San Lorenzo a Viterbo. Un’altra tradizione affermava invece che la testa fosse custodita nella cattedrale d’Amiens e nel Palazzo di Topkapi ad Istanbul sarebbero conservati la sua testa e il suo braccio. Ciononostante è comunemente riconosciuta la veridicità della reliquia romana; Oliviero Iozzi si spinse a “dimostrare” l’autenticità del cranio e della mandibola del Battista conservati in Italia.
Il piatto che secondo la tradizione avrebbe accolto la testa del Battista è custodito a Genova, nel Tesoro della cattedrale di San Lorenzo assieme a una parte delle “ceneri” del santo. Un’altra porzione si trova nell’Oratorio di San Giovanni Battista a Loano.
Il braccio destro si trova nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Siena, donato da Papa Pio II il 6 maggio 1464. In precedenza tale reliquia era appartenuta a Tommaso Paleologo.
La mano destra di san Giovanni Battista è conservata in un reliquiario a Rapagnano e fu donata da Papa Giovanni XVII al paese che gli diede i natali.
Due piccole reliquie si trovano nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista all’Olmo in Massaquano. Una delle quali, conservata in un reliquiario d’argento, viene esposta e offerta al bacio dei fedeli nella ricorrenza della Decollazione del 29 agosto di ogni anno.
Nella Chiesa di San Gregorio Armeno a Napoli è custodita una piccola quantità di sangue di san Giovanni Battista; è possibile vederlo in occasione delle due ricorrenze annuali del 24 giugno e del 29 agosto.
Un dito, donato dall’antipapa Giovanni XXIII, sarebbe conservato nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, in quanto corredo della Cattedrale.
Altre reliquie sarebbero conservate a Damasco, nella Moschea degli Omayyadi. Un dente e altre reliquie si conservano nella cattedrale di Ragusa, un frammento di osso nella Basilica di Vittoria, un altro dente insieme ad una ciocca di capelli a Monza.
Altre reliquie, una piccola quantità di ceneri “EX CINERIBUS”, si trova a Chiaramonte Gulfi, nella chiesa Commendale dell’Ordine di Malta, altre invece a Pozzallo e nella Chiesa di San Giovanni Decollato a Nepi (VT), custodita dall’omonima Confraternita ed esposta in alcune cerimonie annuali. Una piccola reliquia è custodita nella Basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma e nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista ad Aci Trezza. Un frammento di osso nella Basilica di San Giovanni Battista a Monterosso Almo (RG).
Moltissimi sono anche i patronati, di cui ricordiamo i più importanti:
- Per via dell’abito di pelle di cammello, che si cuciva da sé e della cintura, è patrono di sarti, pellicciai, conciatori di pelli.
- Per l’agnello, dei cardatori di lana.
- Per il banchetto di Erode che fu causa della sua morte, è patrono degli albergatori.
- Per la spada del supplizio, di fabbricanti di coltelli, spade, forbici.
- È patrono della città e della diocesi di Ragusa
- È patrono dell’Ordine di Malta.
- È patrono della Contrada della Pantera di Siena.
- San Giovanni Decollato è il protettore di tutte le Anime Decollate e a queste anime si rivolgono tutti coloro che chiedono aiuto o consiglio oppure cercano un segno divinatorio. Queste anime non hanno nulla a che vedere con le anime sante purganti in quanto, queste ultime stanno a scontare la loro pena poiché in vita non sono state operose ed efficaci nel praticare il bene mentre i Decollati sono morti per mano del boia; per questo motivo è anche patrono di molte confraternite che assistevano i condannati a morte.
- In Sicilia è patrono dei compari e delle comari di battesimo in ricordo del Battesimo di Cristo.
- Viene anche invocato, contro le calamità naturali quali terremoti, temporali ecc. in Sicilia e specie a Chiaramonte Gulfi in tali occasioni si recita il Rosario di San Giovanni in dialetto seguito dalla Giaculatoria “San Giuvanni Santu ‘Granni, Libiratici ri priculi e ri danni”.