Sabato 29 Settembre, come ogni anno, ricorre la festività di San Michele Arcangelo e proprio a Monte Sant’Angelo è presente il Santuario che è meta di numerosi pellegrini.
In concomitanza della festa del Santo Patrono, si è svolta la riunione Priorale, presieduta dal Principe Gran Maestro Sua Altezza Reale Don Thorbjorn Paternò Castello Guttadauro d’Ayerbe d’Aragona, coadiuvato dal Gran Priore d’Italia il Marchese Don Alberto Tumminelli di Merì, dal Priore della Capitanata Francesco La Torre, dall’Ufficiale Religioso il Principe Don Nunzio Rimaudo di San Teodoro e dal Governatore della Casa Reale Paternuense il Marchese Don Thomas Molendini di Santa Magdalena, alla presenza di tutti i Cavalieri del Priorato della Puglia.
Alle ore 11 presso la Chiesa ove è custodita la Spada del Santo, il Gran Maestro unitamente ai dignitari e ai Cavalieri hanno partecipato alla Santa Messa officiata dal Vescovo.
Successivamente dopo la pausa pranzo, alle ore 16.30, i Cavalieri assieme agli ospiti si sono ritrovati presso il Castello di Monte Sant’Angelo, per partecipare alla benedizione del castello e alla Cerimonia d’Investitura durante la quale sono stati nominati Cavalieri Eustachio Tamburrino e Angelo Damiani.
Ad accogliere i Cavalieri il primo cittadino di Monte Sant’Angelo, il Dott. D’Arienzo Pierpaolo, il quale ha ricevuto dalle mani del Principe Gran Maestro una targa in segno di Riconoscimento al merito sociale.
A seguire tutti i Cavalieri presenti hanno partecipato alla processione che ha visto il Santo uscire per le strade del paese, sino alla fine della processione.
La serata si è conclusa con la cena di Gran Gala e con l’augurio di ritornare presto per festeggiare San Michele Arcangelo.
A seguire una breve relazione, stilata dal Cav. Granatiero, riguardante il Santuario di San Michele Arcangelo situato a Monte Sant’Angelo.
IL SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A MONTE SANT’ANGELO
Monte Sant’Angelo
Situata a 837 metri s.l.m., è ubicata all’interno del Parco Nazionale del Gargano con la Sede dell’Ente, in Puglia. Conosciuta in tutto il mondo grazie alla presenza del Santuario di San Michele Arcangelo, la città garganica è un luogo di fede, spiritualità, ma anche di tradizioni, bellezze paesaggistiche, storia, arte, folklore e tipicità gastronomiche.
Sede dell’Ente Parco Nazionale del Gargano.
IL CULTO MICAELICO
Il più famoso luogo di culto nel mondo dedicato a San Michele (…Gregorovius l’ha definita la metropoli del culto Micaelico). Il santuario dell’Arcangelo sul monte Gargano è stato il primo Santuario nell’Occidente latino in una grotta naturale che conserva ancora oggi tutto il suo fascino e che fu meta di continui pellegrinaggi di personaggi illustri: Papi, Santi, Imperatori e dignitari di alto rango e di gente umile, provenienti anche da terre molto lontane: un fenomeno di fede e religiosità popolare che si è perpetuato dal V secolo sino ai nostri giorni.
Attorno alla grotta Micaelica venne sorgendo prima un castrum e poi la città di Monte Sant’Angelo, la cui storia è tutt’uno con il suo santuario divenendo, unico caso nel mondo.
Le apparizioni e le rivelazioni in particolare qualificano il culto del Santo, che realizza miracoli con l’acqua, manifesta la sua forza in fenomeni naturali miracolosi, difende il santuario e dà vita al fenomeno del pellegrinaggio.
La ricostruzione della storia e del culto dell’Angelo sul Gargano si fonda prevalentemente sul Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano (= Apparitio) un’opera agiografica anonima datata alla fine dell’VIII secolo e conservata nella Biblioteca vaticana.
Il racconto è costituito da tre episodi:
- del TORO (anno 490) perché un ricco proprietario di armenti ed abitante della vicina Sipontum (oggi Manfredonia) un giorno non trovava più il suo Toro più bello che non tornò in stalla. Dopo diversi giorni di ricerche lo trovarono in una grotta (attuale grotta Micaelica) in un punto inaccessibile. Non potendolo riprendere decise di ucciderlo scagliandogli una freccia questa ritornò indietro e lo ferì. Tornato a Siponto raccontò al vescovo Lorenzo Maiorano l’episodio il quale indisse tre giorni di digiuno e di preghiere rivolte a Dio Padre. Il terzo giorno apparve in sonno al Vescovo un Angelo che si manifestò come l’Arcangelo Michele e che Lui era l’artefice dell’evento e che aveva scelto il luogo come Sua dimora terrena.
- della Battaglia (anno 492) si narra della battaglia tra i Bizantini (Napoletani) e i Sipontini. La città di Siponto era assediata e stava per cadere quando il Vescovo Lorenzo chiese l’intervento dell’Arcangelo con le stesse modalità della 1^ Apparizione e al terzo giorno l’Arcangelo invitò i Sipontini (Longobardi) ad entrare in battaglia perché avrebbe combattuto al loro fianco. Decimarono l’esercito bizantino riportando una grande vittoria.
- della Consacrazione o Dedicazione della chiesa (anno 493) dopo i portenti episodi che si sono verificati il vescovo Lorenzo decise di salire al Monte Gargano con altri 6 vescovi per “consacrare” quel luogo al culto Micaelico. Ma la notte l’Angelo del Signore Michele’Arcangelo gli appare in visione e disse: …” Non è compito vostro consacrare la Basilica da me costruita. Io stesso l’ho fondata e consacrata. A riprova di tale “potente prodigio” i vescovi trovarono impressa nel “sasso” un’IMPRONTA di piede attribuita allo stesso Michele.
Ecco perché la Grotta Micaelica è l’unico luogo al mondo non consacrato dalla Chiesa ma direttamente dallo Spirito Santo tramite l’Arcangelo Michele e costituente da allora la testimonianza nel mondo della trilogia divina. Padre: adorato a Gerusalemme nel Santo Sepolcro, Figlio riconosciuto a Roma con le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, lo Spirito Santo nella Grotta dell’Arcangelo Michele.
Dopo queste tre apparizioni che hanno dato ORIGINE al culto Micaelico è attestata una quarta detta:
- della Peste (anno 1656) sul Gargano, come in tutto il suolo italico imperversava la Peste portata dagli spagnoli. Il vescovo Puccinelli (Lucchese) sepolto nell’atrio della Basilica, chiese l’intervento dell’Arcangelo con una “Supplica” e con tre giorni di digiuno e preghiere. L’Arcangelo gli apparve in visione il terzo giorno e disse : …chi avrà con se un “SASSO” della mia sacra dimora con incisa un croce e le iniziali di S.M. il morbo non prevarrà.
L’assetto pre Longobardo del Santuario o Bizantino
I primi interventi per proteggere la “Grotta” e permetterne l’accesso ai tanti pellegrini furono effettuati dai Bizantini tra il V e inizi del VI secolo con la realizzazione di una galleria costituita da due campate di otto metri ciascuna, che raggiungeva direttamente l’altare delle impronte.
IL SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO IN ETÀ LONGOBARDA
Alla fine del VI secolo, sulla scena sociale e politica dell’Italia meridionale fecero la loro comparsa i Longobardi, che dopo aver fondato con il duca Zottone nel 572 il ducato di Benevento, cercarono a più riprese sbocchi sul Tirreno e sull’Adriatico.
I LONGOBARDI E IL CULTO MICAELICO
I Longobardi, infatti, dovevano sentirsi particolarmente attratti da Michele, nel quale trovavano attributi e caratteristiche del pagano Wodan, considerato dai popoli germanici dio supremo, dio della guerra, psicopompo, protettore di eroi e guerrieri. Le mire espansionistiche longobarde preoccuparono i Bizantini che, stando al racconto di Paolo Diacono, attaccarono verso il 650 il santuario ma furono gravemente sconfitti dal longobardo Grimoaldo I, duca di Benevento (647-671), accorso prontamente sul Gargano.
Questo episodio influì profondamente sulla storia dei rapporti tra Longobardi e culto Micaelico. Quando infatti nel IX secolo, accanto alla data tradizionale del 29 settembre, cominciò a comparire l’8 maggio come dies festus della dedicazione della chiesa Micaelica sul Gargano, la storiografia longobarda fece risalire proprio a quel giorno l’apparizione di Michele e la vittoria di Grimoaldo sui Bizantini, contribuendo così a creare una tradizione che si è perpetuata ininterrottamente nei secoli.
Il Santo divenne “protettore” e la Grotta Santuario Nazionale del popolo longobardo
IL SANTUARIO DI SAN MICHELE ARCANGELO _ Oggi
Nella seconda metà dell’XI secolo la chiesa-grotta fu coinvolta da lavori di ristrutturazione che si possono collocare negli anni di Roberto il Guiscardo, testimoniati dal portale di accesso alla chiesa e dalle porte di bronzo fuse a Costantinopoli, donate al santuario dal nobile amalfitano Pantaleone nel 1076.
Nella seconda metà del XIII secolo si registra un nuovo importante processo di monumentalizzazione di tutto il complesso, quando il santuario divenne oggetto di interesse dei primi sovrani angioini: la scalinata, la navata e il campanile.
Alcuni radicali interventi sono dovuti alla committenza di Carlo I.
IL CAMPANILE OTTAGONALE
iniziato nel 1274 ad opera del protomagister locale Giordano e del fratello Marando – come attesta una lapide sovrastante il piccolo ingresso architravato – , fu realizzato nelle forme di una torre del tutto simile a quelle angolari di Castel del Monte, forse in sostituzione di un più antico campanile.
LA CAPPELLA DELLE RELIQUIE
In questa cappella tra le tante reliquie è presente quella del Santo Papa Giovanni Paolo II e una Croce detta di Federico II e contenente, incastonata al cento in cristallo di rocca, una piccola croce che la tradizione vuole sia stata realizzata con alcuni “frammenti” della Croce Santa di Gesù-
I MUSEI DEL SANTUARIO
IL MUSEO DEVOZIONALE – Il santuario ospita il Museo Devozionale, inaugurato, nel suo nuovo allestimento, il 5 luglio 2008. Il Museo raccoglie le testimonianze che nel corso dei secoli pellegrini illustri e gente comune hanno lasciato come pegno di devozione.
IL MUSEO LAPIDARIO, “CRIPTE LONGOBARDE”
Sono esposte diverse sculture provenienti dagli scavi del santuario, dall’ex chiesa di San Pietro e dalle rovine dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Pulsano.
Tra queste: frammenti di ambone fra i quali un’aquila con leggìo della bottega del Diacono della Basilica Acceptus del 1041. Tale scultura è ritenuta da molti studiosi il primo esempio di arte “Romanica” ed in particolare del Romanico-pugliese.
La presenza di alcune iscrizioni murarie (circa duecento) hanno reso possibile datare le costruzioni tra la fine del VII e l’inizio del secolo VIII detto periodo Longobardo. Per tali testimonianze-Cripta e iscrizioni longobarde- il 25 giugno 2011 l’UNESCO ha iscritto il Santuario Micaelico nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Nella Città ci sono tanti altri monumenti di notevole importanza:
IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN PIETRO, DEL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI “IN TUMBA” E DELLA CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE (TRA IL VI E IL XII SEC.)
IL CASTELLO NORMANNO- SVEVO- ANGIOINO –ARAGONESE- Qui nacque il futuro Re Carlo III D’Angiò, battezzato nella Sacra Grotta in una fonte battesimale in oro che successivamente fu fusa dal Re Alfonso d’Aragona per farne monete delle “Alfonsine”.
A CIRCA 9 KM DALL’ABITATO è presente l’ABBAZIA DI SANTA MARIA DI PUSANO dove è attestata una presenza di monaci fin dal VI sec. Con una esperienza di vita “eremitica” (valloni) intorno al nucleo della stessa Abbazia. Nel XIII secolo San Giovanni da Matera fonda una nuova comunità benedettina dando vita alla famiglia “Pulsanense”.
Il Cavaliere
Giovanni Granatiero