06 Marzo 2022
Si ritorna da un viaggio del genere completamenti VUOTI!
Provi a non pensarci, cerchi di distrarti, ma non è possibile, tutti i pensieri inconsciamente ti riportano nei luoghi e dai volti di mamme e bambini che hai incontrato e per quanto ti sforzi, non riesci a trovare assolutamente niente e ripeto niente di positivo e di costruttivo, solo sofferenza e desolazione.
In questi 3 giorni vissuti 24 ore su 24, partendo da Milano la mattina del giovedì alle ore 9:00 ed arrivando dopo un viaggio in auto, aereo e infine ancora in auto da Bucarest fino al confine Moldavo/Ucraino, dove siamo arrivati alle 3:00 di notte del giorno seguente, ci si trova catapultati in una zona e una situazione che neanche con la più fervida immaginazione avrei potuto pensare d’incontrare quando ho deciso di partire.
Arrivando alle 3:00 di notte al centro di ricezione profughi dove abbiamo alloggiato, mai avrei potuto pensare che contestualmente al nostro arrivo in profonda notte, arrivassero donne e bambini.
Dormiamo in una camera in tre e la mattina del venerdì, ore 7:00, svegliati per la confusione e sempre in un clima surreale, ci troviamo attorniati da una marea di donne e bambini. Erano più di 130 persone delle quali circa 50 bambini e il rimanente mamme e nonne. Non ci sono uomini, sono rimasti a difendere la loro terra, patria, casa e vita.
Fin da subito chiediamo di cosa necessitano, loro ci fanno le richieste più strane, dal pannolino per il bambino allo spazzolino per i denti, giustificandosi che scappando, sono riuscite a portarsi dietro solo ed esclusivamente uno zaino e una piccola valigia, dove dovrebbero aver messo tutto di una vita precedente per scappare senza sapere dove andare, ma sicuramente, più lontano possibile da dove si trovavano in quel momento.
Già durante la prima notte all’interno della struttura ricettiva, sentivamo il pianto dei bambini che ci trasmetteva uno stato di disperazione, la mattina incontrandoli abbiamo avuto la conferma, i loro occhi erano impauriti e stressati.
Prendiamo l’iniziativa, individuiamo il centro più vicino dove acquistare il materiale richiesto dalle mamme, ma, ancor più convinti acquistiamo biscotti, dolci, succhi di frutta, omogenizzati e cioccolate, avevamo deciso che venerdì sera avremmo organizzato al centro accoglienza, una festa solo ed esclusivamente per i bambini. Contattiamo animatori, commissioniamo l’acquisto di più di 500 palloncini e la sera anche solo per 2 ore siamo riusciti a far svagare i bambini non facendoli pensare che stavano scappando dalla guerra; avevamo portato a casa la prima, anche se triste vittoria.
Continuo il mio racconto cercando di restare il più distaccato possibile, per un momento non pensando di essere un padre, anche perché già così scrivo con le lacrime agli occhi al solo pensiero, immaginate solo se mi facessi prendere dall’emozione.
Durante la festa gioco con i bambini, ma sono tanti, penso che già donargli un sorriso sia molto, ma ti sentì vuoto. Parli con le mamme che ti ringraziano e ti raccontano le proprie storie, ti senti ancora più vuoto, ma tutti ti vedono come colui che gli trasmette positività, non hanno bisogno di tristezza ed angoscia, stanno scappando da questo, allora gli sorridi, le abbracci e dici loro che finirà tutto molto presto, gli dici che ne sei convinto e che molto presto tutto ciò sembrerà un brutto sogno e che le aspetti in Italia per le vacanze. Bugie solo bugie, lo sai tu e più di te lo sanno anche loro mentre si fanno abbracciare per essere confortate.
Contemporaneamente arriva il camion con le 500 bottiglie di acqua da 3 litri l’una, ottenute tramite amicizie al governo, intorno sono tutte donne, tocca a noi scaricarlo e mettere tutto nel magazzino. Finiamo alle 2 di notte, unica cosa costante il flusso di gente che arriva e va’ ininterrottamente 24 ore su 24. Sono seduto all’esterno mentre fumo una sigaretta, arrivano 2 mamme con le zie, le nonne, un bimbo di 1 anno e una bimba di 3 anni, hanno uno zaino a testa e un passeggino. Prendo i bimbi in braccio e li porto in cucina, dove nascosti sottochiave erano rimasti succhi di frutta, biscotti, Kinder e per le donne arance e biscotti. Si sono fatte le 3:00 di notte, andiamo a letto che la giornata e stata veramente pesante ed emotiva. Dimenticavo che, in tutto questo, durante il corso della giornata avevamo fatto un sopralluogo in territorio ucraino dove abbiamo constatato il flusso continuo e costante delle macchine che scappavano. Dopo aver visto certe scene diventi distante da qualsiasi emozione, non pensi dove sei ed a quali rischi ti stai esponendo, pensi solo che niente ha un senso e che non c’è una logica né una giustificazione nel vedere tanti bambini dell’età dei tuoi figli che scappano dalla guerra, quando i bambini sono il nostro futuro, il miglior investimento della nostra vita che dobbiamo tutelare.
Siamo a sabato mattina, sono le 08:00, ti svegli e scendi, la bimba con la quale hai giocato durante il giorno prima, ti vede, ti corre incontro e ti si attacca al collo, vuole giocare, li capisci che devi fare finta di niente ed essere positivo perché i bambini percepiscono la sensibilità, lei parla solo russo, tu le tue lingue ma il comunicare del cuore non ha lingua e ci capiamo, anzi ridiamo tra noi.
Le persone che ci vedono caricare i bagagli in macchina, si riuniscono intorno a noi, ci abbracciamo e salutiamo come tra vecchi amici che si ripromettiamo che quando tutto finirà s’incontreranno, tutte e ripeto tutto bugie, ma forse in queste situazioni ti danno la spinta e la volontà ad andare avanti e sperare che tutto andrà bene. Alcuni come noi partono con più destinazioni, altri rimangono perché in attesa dei documenti ed altri arrivano in questo mondo e luogo surreale. Destinazione Moldexpo dove ci aspettano, arriviamo e visitiamo il centro di accoglienza, dove il Responsabile ci dice che nelle ultime 24 ore sono arrivati più di 2.500 profughi dei quali circa 700 bambini, sono zingari ucraini, perciò poveri e senza nessuna possibilità di ambire ad una vita migliore in un altro paese. A differenza dei propri connazionali più abbienti, loro rimarranno li a dormire per terra su coperte improvvisate. Prendiamo l’impegno di mandare già in settimana coperte e vestiti che abbiamo concordato e raccolto con i City Angels di Milano. Da lì ci spostiamo nel centro governativo dove solo se sei mamma ed hai 3 figli puoi entrare, anche in questo la tristezza è che sono obbligati ad attuate discriminazione nella scelta di chi accogliere. La direttrice ci dice quali sono le problematiche e assumiamo l’impegno di fare un bonifico lunedì per alimenti, vestiti e generi di prima necessità per i bambini che abbiamo conosciuto. Si riparte per rientrare a casa.
Durante il tragitto, anche se dobbiamo allungare di 200 km, incontriamo il Nostro Confratello Sorin Fronza, che fin dal primo giorno e ogni giorno, prepara con la propria struttura ricettiva 100 sacchetti con all’interno gli alimenti per una giornata e li porta personalmente fino alla frontiera moldavo/romena di Sculeni per offrirli ai profughi che entrano nel paese.
Tutti potrebbero pensare che tutto ciò avrà un fine, ma non c’è, non esiste, perché quello che stiamo vivendo e surreale, l’unica cosa che ti rimane sono gli incontri con persone, tante ma tante persone con un grande cuore e che il vuoto con il quale da domani dovrai convivere sarà enorme.